Cos’è un esperienza
animica?
Dopo svariate ricerche sul web dove ho trovato diversi significati e
diverse interpretazioni del termine “animica” ho provato a ragionare e fare una
riflessione: dove si trova l’anima? Non è forse l’anima a costituire la mia essenza?
Il mio IO interiore? Quindi l’anima è quello che rimane di me spogliato dal mio
corpo fisico saturniano, dalla mia mente mercuriana e dalle mie esperienze
emotive ed emozionali. Quello che rimane credo si possa definire anima. L’anima
è qualcosa che voglio immaginare come luce, energia, frequenza, qualcosa di
impalpabile ma che allo stesso tempo è di una consistenza astrale, qualcosa che
è molto profonda ma che è come un motore che ci da la forza per essere quello
che siamo. A questo punto potrei rispondere alla domanda iniziale dicendo che
per mè un esperienza animica è un esperienza introspettiva in cui si viene in
contatto con la propria coscienza, in cui si ha la sensazione di essere in
sintonia con la propria essenza ed a questo punto si apre un mondo diverso, più
si va interni nella connessione con l’anima più si ha la sensazione che essa
sia immensa, infinita e si ha la sensazione di ritrovarsi in connessione con
qualcosa di esterno che si espande, ci si rende conto di essere in connessione
con tutto, di appartenere a qualcosa di più grande ed irrazionale.
Il termine
irrazionale, cioè privo di ragione e di pensiero logico ci è stato imposto
dalla società occidentale per catalogare tutte quelle cose o quegli eventi a
cui la scienza non è stata in grado di dare una
spiegazione, tutto quello che non è oggettivabile, riproducibile, tracciabile,
palpabile o almeno spiegabile mediante leggi o teorie viene catalogato come
irrazionale. La società vuole che tutto sia oggettivabile, razionale e quindi
tutto sia materiale. L’energia non è palpabile ma esiste, la luce non è
tangibile ma esiste, le frequenze non sono visibili ma esistono, addirittura la
gravità non ha consistenza fisica ma la sua esistenza è un dato di fatto.
Riuscire ad essere
in connessione con l’anima significa essere in connessione con l’universo,
l’universo ha degli equilibri, ha delle proprie leggi che lo mantengono in
equilibrio e noi facciamo parte di quelle leggi, la nostra coscienza arriva
dall’universo e risponde alle sue leggi. La meditazione permette di entrare in
sintonia con il campo quantico dove la fisica razionale smette di esistere e ci
si catapulta in un ambiente dove tutto funziona in modo diverso.
Scrivendo queste
poche righe mi rendo conto che sto elaborando dei concetti che ho appreso
durante il percorso e che ora do per assodati. Credo che l’importanza del
mettere per iscritto i contenuti sia proprio quello di permettere alla mente di
elaborare i concetti e riassumerne i principi per fissarli nella memoria
conscia. Vorrei ora soffermarmi nella descrizione di una sensazione particolare
che provo nel momento in cui medito, solitamente mi posiziono rivolto verso il
sole, con i raggi che mi scaldano la pelle e mi danno una sensazione di energia
e pace, a volte quando riesco a concentrarmi maggiormente e soprattutto a
lasciarmi andare capisco che il lavoro introspettivo della meditazione si
trasforma in una sensazione di pace e quiete dove riesco ad immaginare che il
tempo si fermi e i sensi si amplificano, e, avendo la fortuna di vivere in una
zona molto isolata, posso apprezzare il cinguettio degli uccelli ed il sibilo
del vento tra gli alberi quando sono nel bosco. La cosa più emozionante è il
fatto che in alcuni istanti avverto un espansione, mi sembra che il lavoro di
visualizzazione interna si inverta in una sensazione di espansione verso
l’esterno, come se l’essenza si propaghi all’infuori dal mio corpo fisico.
Quando mi soffermo sulla mia roccia preferita, rivolta verso sud, con il tenue
sole autunnale in fronte ed eseguo la mia pratica meditativa, mi sento
veramente in sintonia con la natura, gli alberi e gli animali, ed un aneddoto
che conferma la mia teoria è il fatto che alla fine della seduta quando riapro
gli occhi mi ritrovo sempre con i cavalli dell’allevamento che si trova nelle
immediate vicinanze rivolti verso di me e che mi aspettano per ricevere delle
carezze e delle attenzioni.
La cosa che più mi a
colpito durante la lettura del libro di Greg Braden “la scienza perduta della
preghiera” è stata la magia del ringraziamento. Il libro mi ha insegnato a
ringraziare per quello che ho ma soprattutto per quello che ancora non ho.
Questo passaggio mi ha favorito un impostazione mentale differente, ponendomi
in una condizione di proiezione futura, come se l’immagine di una cosa che
ancora non si è verificata fosse già stata realizzata ed io la sentissi già
compiuta per questo ringrazio l’universo per averla concessa. Questo meccanismo
permette alla mente di elaborare esperienze che non sono ancora state vissute
fisicamente ma che, grazie al campo quantico vengono inviate all’universo ed in
qualche modo captate come se ci fosse un antenna da sintonizzare.
Questo tipo di visione delle cose mi
ha aperto un mondo nuovo, grazie a questo libro e al libro di Joe Dispensa sto
cominciando ad avere un impostazione differente della vita, un impostazione più
distaccata e meno materiale, e la cosa incredibile è che mi viene tutto in modo
naturale. So che dovrò fare ancora più esercizio e mantenere più costanza ma la
strada è quella giusta e passo dopo passo la mia curiosità mi darà modo di
aprirmi a nuove esperienze e nuovi insegnamenti.